Il 1° febbraio scorso, la Commissione europea ha pubblicato la comunicazione “A Green Deal Industrial Plan for the Net-Zero Age”, che delinea il percorso dell’industria europea verso la neutralità climatica e gli obiettivi di emissioni zero.
l 1° febbraio scorso, la Commissione europea ha pubblicato la comunicazione “A Green Deal Industrial Plan for the Net-Zero Age”, che delinea il percorso dell’industria europea verso la neutralità climatica e gli obiettivi di emissioni zero. Il punto di partenza del nuovo Piano industriale è dunque la necessità di sostenere la competitività dell’industria europea e, in particolare, di incrementare in modo consistente lo sviluppo tecnologico, la produzione manifatturiera e l’installazione di prodotti ed energia a zero emissioni nel prossimo decennio.
Il Piano Industriale Green Deal si basa su quattro pilastri:
- fornire un contesto normativo prevedibile e semplificato;
- garantire un accesso più rapido a finanziamenti sufficienti;
- valorizzare le competenze; assicurare un commercio aperto per catene di approvvigionamento resilienti.
Con riferimento al primo pilastro, la Commissione presenterà tre proposte:
- il “Net-Zero Industry Act”, volto a sostenere la fabbricazione industriale di tecnologie chiave nell’UE, facilitando i processi per lo sviluppo di queste ultime;
- il “Critical Raw Materials Act”, che avrà lo scopo di garantire all’UE la sicurezza dell’approvvigionamento, anche facilitando l’estrazione, la lavorazione e il riciclo dei materiali;
- una riforma del disegno del mercato dell’elettricità – per la quale è in corso una consultazione pubblica.
In secondo luogo, in aggiunta agli strumenti di finanziamento nazionali ed europei già esistenti, la Commissione ritiene che per facilitare la transizione verde siano necessari più adeguati livelli di finanziamento:
- agli Stati membri sarà consentita un’ulteriore flessibilità nel concedere aiuti di stato per le tecnologie di decarbonizzazione, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica;
- verranno incrementati i finanziamenti dell’UE dedicati agli obiettivi del Green Deal, attraverso un maggiore contributo da parte del bilancio dell’UE;
- si proporrà, prima dell’estate 2023, un Fondo per la sovranità europea, per dare una risposta strutturale alle esigenze di investimento, mantenendo un vantaggio competitivo sulle tecnologie critiche ed emergenti rilevanti per la transizione verde e digitale;
- si intensificheranno gli sforzi per un maggiore apporto di finanziamenti privati, favorendo il pieno sviluppo dell’Unione dei mercati dei capitali per raggiungere rapidamente un accordo sulle proposte legislative della Commissione che attuano il Piano d’azione sulla Capital Market Union 2020.
Il terzo pilastro del Piano Industriale Green Deal si concentrerà sul rafforzamento delle iniziative già avviate in sede UE per affrontare le sfide legate alle competenze poste dalla duplice transizione verde e digitale. Tra le varie iniziative figurano l’Agenda europea delle competenze, il Patto europeo per le competenze, il Piano d’azione per l’istruzione digitale, il Decennio digitale ed il Dialogo strutturato per l’istruzione e le competenze digitali.
Il quarto pilastro del Piano industriale Green Deal interverrà sul fronte della cooperazione globale e di un commercio basato su una concorrenza leale. Nel dettaglio, la Commissione fornirà il suo sostegno all’Organizzazione mondiale del commercio ed alla sua riforma, ampliando, allo stesso tempo, la rete di Accordi di Libero Scambio dell’UE. Inoltre, la task force UE-USA dedicata all’Inflation Reduction Act si occuperà di mantenere e rafforzare le catene di valore transatlantiche. In aggiunta, si svilupperanno nuove iniziative, come l’istituzione di un Club delle Critical Raw Materials, lo sviluppo di nuovi partenariati industriali Clean Tech/Net-zero, la definizione di una strategia per i crediti all’esportazione che comprenda uno strumento di credito all’esportazione dell’UE e un maggiore coordinamento degli strumenti finanziari dell’UE.
Infine, la Commissione continuerà a fare pieno uso degli strumenti di difesa commerciale (TDI): garantirà che le sovvenzioni estere non compromettano ingiustamente la competitività dell’industria europea, utilizzerà per la prima volta nel 2023 lo Strumento per gli Appalti Internazionali ed attuerà insieme agli Stati membri il Quadro dell’UE per lo screening degli investimenti diretti esteri e lo Strumento anti-coercizione dell’UE.
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