Export…in pillole
Fiscalità internazionale: le precauzioni da prendere per evitare accertamenti in materia di esterovestizione, CFC e transfer price

In un mercato sempre più globalizzato le relazioni internazionali diventano sempre più numerose e, di conseguenza, crescono anche le problematiche fiscali ad esse connesse.

Le imprese tendono, con maggiore frequenza rispetto al passato, ad affacciarsi sui mercati internazionali con strumenti di investimento diretto ed è proprio in queste ipotesi che possono nascere problematiche di fiscalità internazionale derivanti da criteri di collegamento del reddito, dal tax planning e da particolari discipline afferenti ad esempio il transfer pricing, l’esterovestizione o la normativa CFC.
Qualora si voglia avviare un’attività all’estero, prima di intraprendere qualsiasi azione è di fondamentale importanza analizzare tutte le problematiche che potrebbero scaturire dai rapporti infragruppo e porsi una serie di domande preventive del tipo:
come voglio operare all’estero? Con una branch o con una vera e propria società partecipata?
dove voglio localizzare la società/branch estera?
come si compone la governance della società/branch estera? I soggetti che costituiscono il CdA dove sono residenti?
la società capogruppo italiana che tipo di rapporti intrattiene con la società/branch estera?
Una corretta pianificazione fiscale consente infatti di adottare tutte le precauzioni possibili per evitare o quanto meno ridurre le possibilità di accertamento da parte degli organi verificatori quali Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza.

Argomenti:
Esterovestizione
CFC (Controlled Foreign Company)
Transfer Price, alla luce della circ. 15/E/2021 e delle linee guida OCSE di gennaio 2022

Relatori: Pierpaolo Ceroli e Stefano Cingolani – Studio Associato CMNP

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