Servizio su TGR Marche andato in onda sabato sera alle 19,35, CarlinoAncona e richiamo in prima, Carlino nazionale, CorriereAdriatico, Ansa, Ansa2, Centropagina, AnconaToday
Il pubblico delle grandi occasioni accolto nella sede di Confindustria Ancona per il Convegno “Donne e uomini in azienda. Un valore per crescere insieme”, promosso dall’Associazione Donne e Cultura Marche in collaborazione con Confindustria Ancona.
Rappresentanti del mondo della politica, autorità militari e civili, liberi professionisti, imprenditrici e imprenditori presenti in sala per riflettere insieme sul ruolo delle donne all’interno delle imprese.
“Quella femminile è una delle grandi questioni economiche e sociali da risolvere – – ha detto Diego Mingarelli, presidente Confindustria Ancona nel suo saluto inziale – e in Confindustria Ancona abbiamo già cominciato a lavorare. La squadra di presidenza è caratterizzata da una significativa presenza femminile, con cinque donne tra i vicepresidenti e abbiamo individuato una delega specifica sul tema dell’imprenditoria femminile affidata a Roberta Fileni sviluppando una progettualità di cui l’incontro di oggi rappresenta un segno importante”.
Alcuni dati: nelle Marche il 4,7% di imprese femminili in meno nel 2024 rispetto all’anno precedente, solo il 19,6% dei componenti dei CDA sono donne (20,2% in Italia). Ii 67,3% delle aziende senza una donna nel CDA, appena il 10,1% le aziende con solo donne nei CDA (Italia 10,9%). Il tasso di occupazione femminile nelle Marche ha raggiunto il 61,6%, ma inferiore dell‘11% rispetto agli uomini (72,8%)
Il divario di genere non si limita ai tassi di occupazione, ma si estende alla qualità dell’impiego: sproporzione nel ricorso al part time, grande concentrazione di donne tra gli inattivi e difficoltà di conciliazione in termini di welfare aziendale, flessibilità oraria, smart working, sostegno alla genitorialità
“Per risolvere il problema demografico dobbiamo far lavorare le donne perché più le donne lavorano e più si inverte la curva demografica; più le donne lavorano più le imprese recuperano forza lavoro, competenze e professionalità – ha aggiunto il presidente degli industriali – Per questo scommettere sul valore delle differenze e sulla dialettica della diversità non è solo una scelta etica, ma una strategia per costruire professionalità e imprese attraversate dal vento della creatività e della sperimentazione.
Davide Garra vice prefetto vicario Ancona ha sottolineato come viviamo tempi difficili, dove gli scenari cambiano in maniera frenetica e profonda. Ma lancia anche un messaggio di fiducia: “Nel mio universo lavorativo la situazione è migliore, nella pubblica amministrazione c’è ben poca discriminazione: mia moglie ricopre il mio stesso incarico in un’altra città”.
Mentre Graziella Vitali Presidente Associazione Donne e Cultura Marche ha sottolineato come “oggi più che mai il ruolo della donna è determinante, non solo per libertà di pensiero ma per una concretezza di visione sociale, più consapevole e solida. Ma ancora c’è molto da fare”. E ha concluso lanciando il premio Donna Cultura che sarà presentato il prossimo 13 giugno.
Un messaggio di unione e condivisione da parte di Chiara Biondi Assessore alle pari opportunità Regione Marche e di attenzione anche da parte del Senato a fianco dell’impresa e del mondo femminile con la voce di Elena Leonardi
Particolarmente vivace la prima tavola rotonda “al femminile” che ha visto la moderatrice Monica D’Ascenzo alle prese con sette storie diverse, tutte ricche di spunti di riflessione.
A partire da Roberta Fileni Vice Presidente Fileni Alimentari spa che ha raccontato cosa significa guidare l’azienda insieme a suo fratello. “Sono cresciuta con mio padre, seguendolo, il confronto è stato a volte aspro perché mio padre è un uomo molto tradizionale, dunque sono cresciuta assumendo un ruolo più maschile. Dopo mio padre, negli ultimi anni il confronto è stato con mio fratello, un bel confronto, di collaborazione, che mi ha consentito di essere più autentica, più vera. Oggi questo confronto mi piace molto e mi consente di avere un rapporto più reale con i miei collaboratori”
Roberta Vitri Amministratore Delegato Vitrifrigo srl e Rivacold Srl. Un’azienda che viene fondata dai suoi genitori e che oggi raggiunge i 350 milioni di fatturato, 1700 dipendenti in tutto il mondo e diverse sedi anche all’estero. E che di recente ha ottenuto la certificazione per la parità di genere. “Mio padre non ha mai fatto alcuna differenza tra me e mio fratello, le cose hanno sempre funzionato perché ci siamo divisi i compiti e le responsabilità. Certo è che oggi in un gruppo come il nostro che è cresciuto tantissimo e negli anni si è affermato sui mercati internazionali, la dimensione familiare non è più sufficiente. E’ stato necessario cambiare l’organizzazione e introdurre figure professionali manageriali nuove, sia uomini che donne”.
Laura Ottaviani Amministratore Delegato Ottaviani spa, dirige l’azienda specializzata nel settore argentiero fondata dal nonno. “La famiglia di mio nonno era all’avanguardia sulla parità di genere: erano 6 tra fratelli e sorelle, tutti laureati, senza eccezioni. Io ho respirato quella cultura e quando ho preso in mano le redini, fra l’altro in un momento delicato di difficoltà dell’azienda, non ho avuto alcuna difficoltà nel mio essere donna. Il mio obiettivo e stato sempre quello di portare cambiamento all’interno dell’azienda. Io e mio fratello non ci accavalliamo mai, è fondamentale la divisione dei ruoli. Oggi la squadra è a maggioranza femminile. Io sono qui all’ottavo mese di gravidanza, segno che per noi donne la maternità non rappresenta un ostacolo”.
Gaia Paradisi Amministratore Delegato Paradisi srl, una laurea in ingegneria meccanica e un passaggio generazionale obbligato dopo la prematura scomparsa del padre. “Prendere in mano l’azienda di mio padre a soli 27 anni non è stato facile: ero in azienda da soli due anni e vivevo in produzione, tra gli operai, un mondo quasi esclusivamente al maschile ma nel quale avevo trovato il mio spazio. Con la scomparsa di mio padre sono dovuta salire negli uffici dove invece siamo in grande maggioranza donne. La cosa più impegnativa è stata quella di cambiare il modello organizzativo aziendale che era tagliato su misura su mio padre. Ma non era il mio. Ho scelto di cambiarlo, partendo però dalla squadra storica. La nostra è un’azienda a trazione femminile, per merito e non per scelta, era già cosi ai tempi di mio padre”.
Salina Ferretti Amministratore Delegato Falc spa. “I ruoli di responsabilità comportano grande impegno e dedizione insieme anche a grandi soddisfazioni: ecco perché bisogna volerli e a volte sono le stesse donne a non volerli. Io sono AD e allo stesso tempo mamma di due figli: sono un esempio di come fare carriera in azienda non significa sacrificare altre scelte personali. Certo è che oggi, per attrarre nuovi talenti, sia uomini che donne, bisogno agire su leve diverse rispetto al passato. Nel nostro territorio ci sono tante aziende attrattive, siamo tutte, piccole e grandi, in settori diversi, molto attive sui mercati internazionali”.
Le ha fatto eco Alessandra Baronciani Presidente Isopak Group, che è subentrata al padre nella gestione dell’azienda e sta già preparando il passaggio generazionale con la figlia, oggi 32 anni. Oggi lavoriamo bene insieme, è in azienda da 6/7 anni. “Oggi le nuove generazioni chiedono altro rispetto al passato, chiedono soprattutto flessibilità. Anche le giovani donne, ad esempio non chiedono solo tempo per il loro ruolo di madre, ma anche tempo libero per potersi dedicare alle proprie passioni. Per passare il testimone bisogna prima di tutto crederci: il passaggio tra padre e figlio maschio è normalmente più conflittuale rispetto a quello tra padre e figlia femminile. I giovani portano sempre qualcosa di nuovo, bisogna dar loro la possibilità di crescere”.
Giovanna Merloni Titolare Spirito Agricolo è imprenditrice in un settore dove la presenza femminile è molto elevata, quello agricolo: in Italia il 31,5% delle aziende agricole è condotto da donne, che si distinguono per il loro maggiore livello di istruzione, una naturale inclinazione a investire nel digitale e nella sostenibilità ambientale. “per avere spunti di crescita e di sviluppo non solo aziendale ma anche personale, è essenziale una rete di relazioni”.
Dirompente come sempre Francesco Casoli Presidente Elica spa che cita addirittura papa Leone XIV: donne, non abbiate paura. E sottolinea come le donne in azienda, come negli studi, hanno una marcia in più.
Gian Luca Gregori Rettore Università Politecnica delle Marche ha presentato dati più rassicuranti. “I nostri docenti sono 680 tra professori ordinari (26%), associati (43%) e ricercatori (31%): le donne sono il 27% fra gli ordinari, il 45% tra gli associati e il 46% tra i ricercatori. Se si contano gli assegnisti di ricerca, il 51% è donna. Un cambiamento forte c’è già stato, ma dobbiamo scuramente continuare. Sulle materie STEM il 70% degli immatricolati in medicina sono donne, il 66% in scienze, il 23% a ingegneria. Vedo un cambiamento molto forte. Dei 178 brevetti che abbiamo depositato, 96 sono a nome di imprenditrici donne”. E conclude togliendosi un sassolino dalla scarpa: “le università telematiche non risolvono certo il problema del basso tasso di laureati. Il nostro obiettivo è di formare le persone, bisogna agire sulla cultura”.
Domenico Guzzini Presidente Fimag e Paesaggio dell’Eccellenza ha sottolineato ccome sia necessario superare il concetto delle quote rosa e puntare sul merito perché le donne hanno tutti i numeri per fare carriera e trovare il loro ruolo in azienda.
Ha concluso la carrellata degli interventi Roberto Lo Bianco HR Business Partner, Stabilimento Fincantieri di Ancona. “In Fincantieri crediamo che la parità di genere sia non solo un valore da affermare ma una responsabilità concreta e quotidiana. Stiamo portando avanti un percorso di evoluzione culturale che mette al centro l’inclusione e la valorizzazione del talento femminile. Stiamo costruendo nuovi modelli organizzativi capaci di promuovere la parità di genere, favorendo l’ingresso, la crescita e la leadership femminile in azienda: l’ottenimento della Certificazione RINA per la parità di genere, primi nel nostro settore, testimonia il nostro impegno concreto verso un ambiente di lavoro equo e inclusivo. I programmi di mentoring, iniziative a supporto della genitorialità e di cultura aziendale fondata sul rispetto e inclusione rappresentano strumenti concreti con cui contrastiamo stereotipi, promuoviamo la parità e sosteniamo il benessere delle persone”.
Se hai bisogno di contattare i nostri uffici puoi accedere, dal pulsante
a tutti i nostri contatti che possono essere ordinati e filtrati per Cognome, Nome, reparto ecc.