Linee guida per bando ricerca

Confindustria ha sempre sostenuto l’esigenza di stimolare gli investimenti delle imprese in ricerca e sviluppo che rappresentano un volano per la competitività e la crescita delle imprese, tenendo anche conto che negli altri Paesi europei più industrializzati e competitivi l’incidenza della spesa in R&S è molto più alta di quella italiana ed in alcuni casi supera il 3%. Le Marche rispetto alle altre Regioni italiane più competitive devono recuperare molte posizioni, visto che ci troviamo alla 13° posizione.

E’ dunque molto importante che la Regione abbia previsto che il primo bando della nuova programmazione PR FESR 2021/2027 sia rivolta al sostegno della ricerca industriale e sviluppo sperimentale con una dotazione consistente pari circa a 45 milioni di euro.

Il bando consente che i progetti vengano presentati sia in forma singola che in forma aggregata. Nel caso di progetti presentati in forma aggregata, possono partecipare anche grandi imprese.

Si sottolinea come per le Grandi imprese questa sia l’unica opportunità di accesso ai Fondi FESR, (insieme agli interventi per il sostegno degli investimenti per l’efficientamento energetico e rinnovabili). La Commissione Europea ha previsto l’ammissibilità della grande impresa ed almeno una PMI proprio perché riconosce il valore strategico delle aziende più grandi e quelle medie per la loro potenzialità positiva di sviluppare, grazie al loro know how, con la filiera progetti di impatto significativo in ambiti nuovi, complessi e strategici, coerenti con quelli fissati dalla Strategia di Specializzazione intelligente regionale.

Si veda a riguardo: https://www.regione.marche.it/Entra-in-Regione/Marche-Innovazione/Strategia-di-Specializzazione-Intelligente-per-Ricerca-e-Innovazione

Le definizioni di ricerca e sviluppo sperimentale

Nella definizione dell’attività di ricerca e sviluppo, il bando regionale fa riferimento alle definizioni previste dal Regolamento (UE) n. 651/2014.

«ricerca industriale»: ricerca pianificata o indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze e capacità da utilizzare per sviluppare nuovi prodotti, processi o servizi o per apportare un notevole miglioramento ai prodotti, processi o servizi esistenti. Essa comprende la creazione di componenti di sistemi complessi e può includere la costruzione di prototipi in ambiente di laboratorio o in un ambiente dotato di interfacce di simulazione verso sistemi esistenti e la realizzazione di linee pilota, se ciò è necessario ai fini della ricerca industriale, in particolare ai fini della convalida di tecnologie generiche”.

«sviluppo sperimentale»: l’acquisizione, la combinazione, la strutturazione e l’utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica, commerciale e di altro tipo allo scopo di sviluppare prodotti, processi o servizi nuovi o migliorati. Rientrano in questa definizione anche altre attività destinate alla definizione concettuale, alla pianificazione e alla documentazione di nuovi prodotti, processi o servizi.

Rientrano nello sviluppo sperimentale la costruzione di prototipi, la dimostrazione, la realizzazione di prodotti pilota, test e convalida di prodotti, processi o servizi nuovi o migliorati, effettuate in un ambiente che riproduce le condizioni operative reali laddove l’obiettivo primario è l’apporto di ulteriori miglioramenti tecnici a prodotti, processi e servizi che non sono sostanzialmente definitivi. Lo sviluppo sperimentale può quindi comprendere lo sviluppo di un prototipo o di un prodotto pilota utilizzabile per scopi commerciali che è necessariamente il prodotto commerciale finale e il cui costo di fabbricazione è troppo elevato per essere utilizzato soltanto a fini di dimostrazione e di convalida.

Lo sviluppo sperimentale non comprende tuttavia le modifiche di routine o le modifiche periodiche apportate a prodotti, linee di produzione, processi di fabbricazione e servizi esistenti e ad altre operazioni in corso, anche quando tali modifiche rappresentino miglioramenti.

Le attività di ricerca e sviluppo (R&S) richiedono solitamente personale altamente qualificato e specializzato, in grado di utilizzare metodi e strumenti scientifici e tecnologici per acquisire conoscenze e sviluppare nuove soluzioni. Alcune delle figure professionali coinvolte nelle attività di R&S possono includere:

  • Ricercatori: professionisti con una formazione accademica avanzata in un campo specifico, come la scienza, l’ingegneria, la medicina o l’informatica, che conducono studi e sperimentazioni per acquisire conoscenze e sviluppare nuove soluzioni.
  • Sviluppatori di software: professionisti che creano e sviluppano applicazioni software e sistemi informatici per supportare le attività di R&S, ad esempio per l’analisi dei dati o la simulazione di modelli.
  • Tecnici di laboratorio: professionisti che supportano i ricercatori nella conduzione di esperimenti e analisi di laboratorio, gestendo l’attrezzatura e le forniture necessarie per le attività di R&S.
  • Ingegneri: professionisti che progettano e sviluppano nuovi prodotti, processi o sistemi, utilizzando principi scientifici e tecnologici per risolvere problemi e migliorare le soluzioni esistenti.
  • Esperti di commercializzazione: professionisti che valutano il potenziale commerciale di nuovi prodotti e servizi sviluppati attraverso attività di R&S e sviluppano strategie di marketing e di lancio sul mercato.

In generale, essendo la quota maggioritaria delle spese ammissibili a bandi rivolti alla ricerca e sviluppo generalmente composta da spese di personale interno, la credibilità di un progetto di ricerca e sviluppo è strettamente connessa al team di ricerca interno dedicato al progetto e allo storico delle spese dedicate alla ricerca e sviluppo così come ricavabili dai bilanci.

Difficilmente una azienda che non ha mai valorizzato spese interne di ricerca e sviluppo potrà dimostrare dall’oggi al domani di avvalersi di quote importanti di personale dedicato a tali attività, soprattutto se il personale stesso non possiede tale qualifica o le competenze per poterla svolgere.

Sappiamo quanto sia difficile per le piccole e medie imprese accedere ai finanziamenti pubblici per la ricerca e l’innovazione, così come delimitare il confine tra la ricerca e lo sviluppo (R&S) e l’innovazione incrementale normalmente svolta all’interno delle piccole e medie aziende, in quanto questi concetti sono strettamente interconnessi e spesso sovrapposti.

Per questo motivo, Confindustria Ancona offre un servizio di consulenza per la preparazione di progetti per l’accesso al bando.

Oltre alla verifica dei requisiti di ammissibilità e la conformità alle regole del bando, Confindustria Ancona può supportarti per far emergere progetti innovativi attraverso l’individuazione di traiettorie di ricerca che permettano di individuare le aree di interesse per la creazione di nuovi prodotti o processi innovativi e delimitare i confini di ricerca e sviluppo.

Ecco alcuni consigli utili per far emergere progetti innovativi in piccole aziende

Identificare i bisogni dei clienti: per sviluppare un prodotto o un servizio innovativo, è fondamentale capire i bisogni e le esigenze dei propri clienti. Le piccole aziende possono fare affidamento su tecniche di indagine quali i focus group o le interviste individuali, per comprendere le esigenze dei loro clienti e creare prodotti che rispondano alle loro esigenze.

Analizzare i trend del mercato: le aziende innovative sono in grado di anticipare i trend del mercato e di sviluppare prodotti e servizi innovativi che soddisfino le esigenze dei consumatori. Le piccole aziende possono utilizzare fonti di informazione quali le pubblicazioni specializzate, le fiere di settore e le reti di contatti per individuare le tendenze del mercato e creare prodotti innovativi.

Collaborare con le università e i centri di ricerca: le università e i centri di ricerca sono dei veri e propri serbatoi di idee e di talenti. Le piccole aziende possono collaborare con questi enti per accedere alle competenze scientifiche e tecnologiche, per sviluppare nuovi prodotti o processi innovativi.

Coinvolgere i dipendenti: i dipendenti delle piccole aziende possono rappresentare una fonte importante di idee e di innovazione. Le aziende innovative coinvolgono i propri dipendenti in processi di innovazione, fornendo loro gli strumenti e le competenze necessarie per sviluppare idee innovative.

Monitorare la concorrenza: le piccole aziende possono monitorare la concorrenza per individuare le opportunità di innovazione. Studiare i prodotti e i servizi offerti dai propri concorrenti può rappresentare una fonte di ispirazione per sviluppare prodotti innovativi.

Come sviluppare progetti di ricerca collaborativi con altre imprese o con le università?

Lo sviluppo di progetti di ricerca collaborativi con altre imprese o con le università può essere un’ottima opportunità per le aziende che vogliono accedere a nuove conoscenze e tecnologie, ampliare le proprie competenze e sviluppare prodotti innovativi.

L’ideale è che le competenze scientifico-tecnologiche si confrontino con i bisogni e le opportunità del mercato nella progettazione di nuove idee di ricerca, mirando ad un modello di “open innovation”, basato su un sistema di consolidate relazioni di lungo termine.

La logica di base di questa strategia è quella di favorire il “matching”, la collaborazione, tra i diversi attori coinvolti nel processo di sviluppo fin dalle fasi embrionali di definizione di un progetto, per aumentare sensibilmente le probabilità di adozione dei risultati della ricerca pubblica da parte del mondo produttivo.

Il bando dovrebbe stimolare la creazione di partnership strategiche per l’innovazione con un ruolo complementare per un obiettivo comune (win-win).

I progetti di ricerca si caratterizzano, infatti, per una profonda ed ineliminabile incertezza, legata sia allo sviluppo tecnologico che a quello di mercato: il livello di maturità tecnologica di partenza è normalmente relativamente basso e il business model per la valorizzazione del risultato non è ben definito. Il rischio tecnologico e quello di mercato, entrambi impliciti nello sviluppo di una nuova tecnologia, devono, quindi, essere gestiti da subito in maniera integrata, con flussi di conoscenza scambiati in maniera multidirezionale, ovvero, sia la maturità tecnologica dell’innovazione che la sua “value proposition” devono essere sviluppate contemporaneamente.

Ciò si scontra, tuttavia, con la difficoltà di reperire le risorse finanziarie necessarie allo sviluppo di una nuova tecnologia, legata all’elevato rischio associato ad un investimento per lo sviluppo di queste tecnologie, con la mancanza delle competenze necessarie per gestire contestualmente le incertezze tecnologiche e quelle di mercato, oltre che con la difficoltà di far collaborare i diversi soggetti del sistema innovativo coinvolti.

Questo approccio implica inevitabilmente un cambiamento di mentalità per le imprese, che vada anche nella direzione di considerare come principali fattori della competitività le partnership strategiche fra attori complementari del sistema innovativo e non la mera proprietà di asset immateriali.

Ecco alcuni passi per sviluppare progetti di ricerca collaborativi con altre imprese o con le università

Identificare i partner giusti: per sviluppare un progetto di ricerca collaborativo è fondamentale identificare i partner giusti. Le aziende possono cercare collaborazioni con altre imprese o con le università che abbiano competenze complementari alle proprie e che condividano gli stessi obiettivi di ricerca.

Definire gli obiettivi del progetto: è importante definire gli obiettivi del progetto in modo chiaro e preciso. Gli obiettivi devono essere definiti insieme ai partner, in modo da garantire la condivisione delle idee e la coerenza del progetto.

Definire il ruolo di ogni partner: è fondamentale definire il ruolo di ogni partner nel progetto di ricerca collaborativo. Ogni partner deve avere un compito preciso e definito, in modo da evitare sovrapposizioni o conflitti di competenze.

Pianificare le attività del progetto: una volta definiti gli obiettivi e i ruoli dei partner, è necessario pianificare le attività del progetto. La pianificazione deve tenere conto dei tempi e delle risorse necessarie per ogni attività, e deve essere condivisa con tutti i partner.

Gestire il progetto: la gestione del progetto di ricerca collaborativo è fondamentale per il successo del progetto. È importante definire un sistema di comunicazione tra i partner, gestire le risorse in modo efficiente e monitorare costantemente lo stato di avanzamento del progetto.

Valorizzare i risultati del progetto: una volta completato il progetto, è importante valorizzare i risultati ottenuti. Le aziende possono valorizzare i risultati attraverso la commercializzazione di nuovi prodotti o servizi, la creazione di nuove opportunità di business o attraverso la pubblicazione di articoli scientifici.

Come proteggere i risultati della ricerca in progetti collaborativi?

Proteggere i risultati della ricerca in progetti collaborativi è un’aspetto importante per garantire che le conoscenze e le tecnologie sviluppate nel corso del progetto rimangano di proprietà dei partner coinvolti.

Ecco alcune possibili soluzioni per proteggere i risultati della ricerca in progetti collaborativi:

Accordo di riservatezza: gli accordi di riservatezza, o NDA (Non Disclosure Agreement), sono strumenti legali che definiscono le regole di confidenzialità tra le parti coinvolte in un progetto collaborativo. Attraverso questi accordi, le parti si impegnano a non divulgare le informazioni confidenziali scambiate durante il progetto, garantendo la protezione dei dati e delle conoscenze sviluppate.

Accordo di proprietà intellettuale: gli accordi di proprietà intellettuale, o IP (Intellectual Property) agreement, sono strumenti legali che definiscono i diritti di proprietà intellettuale sui risultati della ricerca sviluppati durante il progetto collaborativo. Questi accordi definiscono chi ha la proprietà dei brevetti, dei marchi o di altre forme di proprietà intellettuale sviluppate durante il progetto, e come verranno gestiti i diritti di proprietà intellettuale nel futuro.

Licenze: le licenze sono accordi che permettono ai partner coinvolti nel progetto di utilizzare le tecnologie o le conoscenze sviluppate durante il progetto per specifici scopi. Le licenze possono essere esclusive o non esclusive, e possono definire il territorio geografico o il periodo di validità dell’utilizzo delle tecnologie o delle conoscenze sviluppate.

Brevetti: la protezione dei risultati della ricerca può essere ottenuta anche attraverso la registrazione di brevetti. I brevetti garantiscono la proprietà esclusiva delle tecnologie o delle conoscenze sviluppate, impedendo ad altri di utilizzarle senza autorizzazione. I brevetti possono essere registrati a livello nazionale o internazionale, e possono avere un costo elevato.

Per maggiori informazioni contattare Francesco Angeletti
Tel. 071 29048218 | mobile  3315758931 | f.angeletti@confindustria.an.it

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