Ieri pomeriggio nel Salone degli Stemmi del Comune di Castelfidardo
Castelfidardo, 28 novembre 2024 – E’ stato Roberto Ascani, Sindaco della città di Castelfidardo, a portare il suo saluto di apertura al Convegno “L’economia della musica”, nato dalla collaborazione tra Confindustria Ancona, Confindustria Brindisi, FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), DISMA musica (Distribuzione Industria Strumenti Musicali e Artigianato) e Comune di Castelfidardo.
Nel prestigioso Salone degli Stemmi del Comune di Castelfidardo il primo cittadino ha voluto ringraziare i presenti e ha testimoniato come la città sia particolarmente sensibile al tema, essendo riconosciuta come capitale della fisarmonica. “Sono appassionato di musica – ha detto – e considero lo strumento musicale come uno strumento di cultura fortissimo. Ecco perché mi piacerebbe che la musica fosse valorizzata di più nel nostro Paese, a partire dalla scuola”.
Di un primo, importante, momento di confronto ha parlato Paolo Centofanti, direttore di Confindustria Ancona: “Il convegno di oggi rappresenta una grande opportunità per tutti gli attori coinvolti per tornare a valorizzare le eccellenze del nostro paese. Ma è essenziale capire che solo insieme possiamo andare avanti. L’individualismo non porta lontano, riusciremo a portare risultati solo se si hanno delle idee e si lavora insieme, per far sì che il territorio continui a produrre ricchezza e a generare opportunità”.
Un settore che in Italia nel 2023 valeva 437 milioni di euro (valore della vendita degli strumenti musicali) con un aumento del 16% rispetto al 2022. Ma il dato interessante è il valore creato dall’industria degli strumenti musicali. “Ogni euro speso nel settore ne genera altri 9 – ha detto Stelvio Lorenzetti, Vice Presidente Vicario DISMA – il che ci porta a dire che Il valore dell’economia della musica in Italia è pari a 5,5 miliardi di euro con un fattore moltiplicativo vicino a 10 punti” e che occupa 25.000 dipendenti in tutta Italia.
Il ruolo della DISMA, associazione nata 40 anni fa in seno a Confcommercio, è stato illustrato dal presidente Raffaele Volpe che ha sottolineato l’importanza nel rapporto con le istituzioni e nell’attività di monitoraggio del mercato e nell’analisi dei trend.
“Chiunque lavora nel campo della musica deve essere orgoglioso di quello che fa – ha detto Enzo Mazza presidente FIMI – perché questo settore produce emozioni in tutte le sue forme. Negli anni 2000 il settore ha avuto una grande crisi ma oggi si è completamente ripreso, coprendo non solo le aree tradizionali come gli Stati Uniti, ma anche territori come il Magreb, l’Africa subsahariana, l’Asia. L’Europa è in una fase di mezzo, continua a crescere, ma ci sono tante potenzialità inespresse. Il ruolo dello streaming è cresciuto in maniera esponenziale, basti pensare che ogni giorno 120.000 nuovi brani vengono caricati su Spotify”
Una filiera importante fatta di concerti, grandi e piccoli, sale da ballo, streaming, radio, accessori per ascoltarla, ecc… Un settore che ha anche superato anche la rivoluzione digitale col passaggio dai vinili ai CD e alla musica in streaming e il ricambio generazionale, visto che con l’evoluzione tecnologica, molti giovani sono entrati in un mercato che anni fa era inaccessibile.
Un excursus storico è stato fatto da Angelo Guarini, direttore Confindustria Brindisi: “Gli anni ’60 sono stati il momento d’oro per gli strumenti musicali, mentre il declino è cominciato alla fine degli anni 70, quando il mercato inizia a sgonfiarsi a causa dell’arrivo della concorrenza giapponese e con una scarsa capacità di penetrazione sui mercati internazionali”. E ritorna sul tema dell’individualismo. “Il settore è andato in crisi perché è mancata l’aggregazione tra imprenditori, pur permanendo tutti i requisiti necessari per avere successo: fantasia, creatività, qualità delle produzione, professionalità. E’ su questo che è necessario lavorare oggi”.
Maria Giovanna Gallo | Ufficio Stampa Confindustria Ancona
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