Giovani, imprese, tecnologia e qualità della vita al centro dell’Assemblea Generale 2025, oggi al Teatro Gentile di Fabriano
Presentata la ricerca “Le tue radici, il futuro nelle Marche”. Dai dati ai progetti, un appello a un nuovo patto tra imprese, istituzioni e comunità per trattenere e far rientrare i giovani
Fabriano (Ancona), 4 dicembre 2025 – è una sfida identitaria quella lanciata dall’Assemblea Generale 2025 di Confindustria Ancona, che si è tenuta oggi al Teatro Gentile di Fabriano davanti a una platea gremita di imprenditori, di rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e della società civile. Una sfida di sostegno alle imprese “che continuano a resistere, adattarsi, investire, innovare e competere” come ha ricordato nel suo intervento introduttivo il presidente di Confindustria Ancona, Diego Mingarelli.
Mingarelli ha richiamato il percorso di questo anno di presidenza all’insegna dell’attrattività, asse strategico dell’azione associativa e paradigma di una crescita sostenibile, inclusiva e duratura. “L’attrattività non è un numero e non è una statistica, è un progetto sociale e culturale. Significa creare territori in cui si vive bene ma anche costruire imprese olivettiane, dotate di valore e di valori, che generano innovazione e lavoro di qualità, perché a chi desidera restare o tornare dobbiamo offrire di più: imprese orgogliose di avere un’anima, che investono sul futuro, dinamiche retributive più soddisfacenti e moderne, percorsi di carriera mirati, sviluppo continuo delle competenze, nuovi modelli di flessibilità e di conciliazione tra vita e lavoro”.
L’incontro, che ha visto anche la partecipazione di Fausto Bianchi, neoeletto Presidente della Piccola Industria Confindustria, ha messo al centro il ruolo di Confindustria Ancona come attore sociale che coltiva l’ambizione di interpretare e anticipare il futuro per dare un respiro nuovo alla rappresentanza e alla sua funzione. Dalla discussione sono emerse due parole chiave: conoscenza e consapevolezza, fondamentali per capire le dinamiche del territorio, per indagare la sua attrattività e per fare dell’associazionismo una bussola e un riferimento per gli imprenditori.
Un approccio innovativo che è alla base della partnership siglata tra Confindustria Ancona e Università Politecnica delle Marche: una relazione che nell’ultimo anno ha consentito di rafforzare la conoscenza del territorio, sviluppando progetti di ricerca sull’attrattività e studiando e monitorando l’evoluzione delle imprese familiari, architrave dell’economia marchigiana.
L’Assemblea Generale è stata l’occasione per riflettere sui risultati dello studio congiunto tra Confindustria e Univpm che ha coinvolto 891 giovani, mettendo in luce le motivazioni che hanno influenzato le ragioni della loro mobilità: opportunità di lavoro più stimolanti (26,3%), crescita professionale (21,7%) e retribuzioni più alte (11,8%). L’analisi ha evidenziato punti di forza come qualità della vita ed equilibrio vita-lavoro, ma anche criticità quali ruoli qualificati limitati e stipendi non competitivi. Un dato trasversale: oltre il 90% mantiene un forte legame con la regione, indicando la possibilità di rientro in caso di prospettive concrete e condizioni più favorevoli.
Va in questa direzione anche l’istituzione, presso UNIVPM, di una cattedra di ricerca sulla transizione generazionale delle imprese familiari e di un Osservatorio dedicato. Un risultato tra i più significativi conseguiti da Confindustria Ancona nell’ultimo anno. La transizione generazionale, infatti, richiede competenze nuove e un accompagnamento adeguato perchè la gestione di questi processi è decisiva per la continuità di impresa, considerato che nei prossimi cinque anni quasi 1 impresa su 5 dovrà affrontare questo cambiamento e quasi la metà nei prossimi quindici anni.
Il Presidente Mingarelli è entrato quindi nel merito delle trasformazioni che stanno interessando il sistema produttivo: «i grandi temi del nostro tempo sono chiaramente delineati: la transizione digitale con l’impatto crescente dell’intelligenza artificiale, l’emergenza demografica che mette in discussione la tenuta delle nostre fabbriche e manifatture, la competizione globale che sarà sempre più basata sulle competenze. Tutto questo rischia di lasciare indietro chi non saprà adattarsi con rapidità».
Non è mancato, nella relazione di Mingarelli, un richiamo alla responsabilità e al ruolo di Confindustria Ancona di fronte alle trasformazioni del sistema produttivo e manifatturiero: “Non possiamo limitarci a essere il sindacato delle imprese. Oggi dobbiamo farci carico di molto altro: costruire visione, sviluppare competenze, generare progettualità, accompagnare le transizioni digitali,energetiche, organizzative e generazionali.”
Positivo il giudizio di Confindustria Ancona sulla ZES, ritenuta una soluzione strategica da applicare uniformemente su tutto il territorio regionale ma anche parte di un disegno più grande necessario per connettere la manifattura marchigiana al mondo. Un’attenzione particolare è stata dedicata al tema della glaciazione demografica. Secondo Mingarelli si tratta di una bomba a orologeria che mette a rischio la tenuta delle fabbriche e frena la staffetta generazionale. Per Confindustria Ancona sarà, quindi, fondamentale gestire in modo razionale e non ideologico i flussi migratori e incrementare la presenza delle donne sul mercato del lavoro.
In questo quadro si è inserito l’intervento di Fausto Bianchi, che come presidente ha portato la visione della Piccola Industria Confindustria, evidenziando il contributo delle PMI all’innovazione, alla crescita e alla coesione economica del sistema: “Le Marche sono un territorio ricco di talento, imprenditorialità e cultura industriale: qui le PMI rappresentano un presidio sociale e produttivo imprescindibile e possono diventare un motore decisivo per trattenere giovani, generare valore e ispirare scelte di vita e di impresa. Valorizzare il dialogo con i territori è tra le priorità della mia presidenza: da qui parte un percorso di ascolto che vuole tradurre le esigenze della Piccola Industria in proposte concrete, rafforzando le sinergie e creando un ecosistema capace di attrarre investimenti, innovazione e competenze”.
In apertura dell’Assemblea i saluti delle autorità presenti – il sindaco di Fabriano, Daniela Ghergo, e il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli – e le premiazioni dei soci anziani, alcuni con ottant’anni di adesione all’associazione.
Alessandro Rosina, professore all’Università Cattolica di Milano, ha approfondito, il legame tra dinamiche demografiche ed economia nel XXI secolo, illustrando come il mutato scenario generazionale richieda nuove strategie per rendere l’Italia un Paese capace di attrarre e trattenere i giovani.
Gian Luca Gregori, presidente Fondazione Universitaria per lo Sviluppo Imprenditoriale, ha richiamato l’importanza di un confronto tra formazione e imprese per costruire competenze adeguate ai nuovi scenari produttivi, in un confronto aperto con Annalaura Perini, vicepresidente di Confindustria Ancona con delega a Università, Attrazione Talenti e Ricerca & Sviluppo e con tre giovani professionisti con profili diversi, storie diverse, ma un filo rosso comune: aver lasciato le Marche. Una testimonianza diretta e un punto di partenza per riflettere sull’attrattività delle regione, e sulle condizioni necessarie per un possibile rientro.
Alberto Baban, presidente Fondazione Nord Est, e Fabrizio Cardinali, Ceo Etro, hanno approfondito le strategie che l’impresa oggi deve adottare per restare competitiva: dalla costruzione di ambienti di lavoro capaci di far crescere le persone, alla valorizzazione del territorio, da nuovi modelli organizzativi al ruolo di una governance aperta ed evoluta.
La conduzione è stata affidata alla giornalista Debora Rosciani di Radio24.
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